Più il tempo passa e più si diventa nostalgici. Ovvio, se si pensa all’accumulo di esperienza e ricordi. Così, tra matrimoni, ferie e il ferragosto incombente eccomi a ripensare all’estate di dieci anni fa. Proprio oggi, infatti, uscita il debutto degli XX, gruppo tanto rilevante quanto amato dagli hipster millennial.
A maggio era uscito, invece, Wolfgang Amadeus Phoenix. Se entrambi i dischi erano trainati da singoli potentissimi come Crystalised e Lisztomania, la differenza più grande sta nel punto di vista: mentre i francesi tornavano al passato, alla classica, i britannici raccontavano un presente proiettato in un futuro minimalista, intimista e delicatissimo.
L’estate del 2009 per me, universitario affamato di musica, è stata tutto sommato interessante; l’anno prima era uscito un disco che ancora mi porto dentro, come Viva La Vida or Death & All His Friends dei Coldplay. Ma quei mesi di un decennio fa mi hanno regalato degli album che tuttora mi fanno emozionare, riflettere , in diversa misura, mi conoscono. Ovviamente molto meglio di me. Uno di questi è il sottovalutato In This Light And On This Evening, per me l’ultimo momento di grazia degli Editors.
Ricordo ancora la sensazione straniante del primo ascolto, il rigetto e poi l’amore incondizionato. Ma, avrò tempo di parlarne meglio. Più che altro, pensavo che gli album e le canzoni sono molto strani: alcuni ti arrivano subito e, magari, se ne vanno con la stessa rapidità, altri stanno lì, ti orbitano attorno e quando meno te lo aspetti si conficcano tra i muscoli, lavorano lentamente ma con costanza e diventano ben presto i tuoi diari, cose con cui fare i conti.

Ovviamente dieci anni fa non capivo queste dinamiche imprevedibili, in fondo ero solo un universitario perso tra l’amore per la letteratura e il tentativo wildiano di rendere la propria vita un’opera d’arte, circondandomi di belle persone, buona musica e qualche sana paranoia, che non fa mai male. Buon ferragosto!
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